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Contratto sanità, pronta la bozza del nuovo atto d’indirizzo

di Redazione Roma

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Sono previsti a regime 1.015,57 milioni di euro con decorrenza 2021. Il calcolo pro capite porterebbe ad un aumento medio mensile lordo di poco superiore a 90 euro. Per i professionisti infermieri il contratto – la cui bozza dovrà essere sottoposta alla Ragioneria dello Stato per poi essere approvata dal governo – servirà anche a sbloccare i 335 milioni dell’indennità di specificità infermieristica.

Contratto sanità, nel nuovo atto di indirizzo aumenti di 90 euro al mese

Rinnovo contratto sanità: il calcolo pro capite porterebbe ad un aumento medio mensile lordo di poco superiore a 90 euro

È pronta la bozza del nuovo atto d’indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2019/2021 per il personale del comparto della sanità. Sono previsti a regime 1.015,57 milioni di euro a decorrere dal 2021. Per gli arretrati del 2019 e 2020 sono invece previsti, rispettivamente, 301,54 e 466,22 milioni. Ed il calcolo pro capite porterebbe ad un aumento medio mensile lordo di poco superiore a 90 euro.

Dunque, prima che l’Aran possa dare il via alle trattative con le organizzazioni sindacali, la bozza dovrà essere visionata dalla Ragioneria dello Stato e poi approvata dal governo. Per quanto riguarda il contratto degli infermieri, la bozza dell’Atto occorrerà anche a sbloccare quei 335 milioni dell’indennità di specificità infermieristica stanziati dall’articolo 1, comma 409 della Legge 178/2020, da riconoscere dal 1° gennaio 2021 e le risorse previste dall’articolo 1, comma 414 della Legge 178/2020, con decorrenza 1° gennaio 2021, pari a 100 milioni annui lordi per l’indennità di tutela del malato e per la promozione della salute per le professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, tecnico-sanitarie e di ostetrica, assistente sociale e Oss.

Rinnovo contratto sanità: come riporta ancora la bozza dell’Atto, ai sensi dell’articolo 48, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001, le risorse per gli incrementi retributivi per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali delle Aziende ed Enti del servizio sanitario nazionale sono a carico dei rispettivi bilanci. Con questa finalità, le Aziende ed Enti provvedono ad effettuare l’accantonamento degli oneri contrattuali nei rispettivi bilanci. Le risorse contrattuali dovranno – pertanto – essere allocate secondo un criterio di tendenziale proporzionalità tra le componenti stipendiali e quelle che sono le altre voci della retribuzione.

Classificazione del personale

Congiuntamente i finanziamenti, è quindi previsto un intervento relativo alla classificazione del personale. Si legge all’interno della bozza: Nell’ottica di rafforzamento dell’organizzazione e per garantire una maggiore efficacia nella presa in carico della salute del cittadino, anche con riferimento alle recenti norme che prevedono il potenziamento della figura dell’infermiere di comunità/famiglia, la contrattazione collettiva dovrà porsi l’obiettivo di rafforzare il ruolo di specifiche posizioni e ruoli non dirigenziali.

Il contratto dovrà rivedere l’architettura degli incarichi prevedendo una struttura piramidale, con individuazione di un livello di incarichi più elevato da destinare alle posizioni che richiedano un’alta specializzazione e/o più elevati livelli di autonomia e responsabilità gestionale, professionale ed amministrativa.

Progressione economica

Relativamente alla progressione economica, si spiega che l’attuale sistema richiede un intervento della contrattazione per superare le criticità già evidenziate nel corso di questi anni da parte delle stesse Aziende ed Enti del comparto, con l’intento di semplificare la procedura, anche con la definizione di criteri semplici e chiari che comportino un’univoca applicazione.

Ma quali sono gli obiettivi che la contrattazione dovrà perseguire? Prevedere un limitato riequilibrio – che valorizzi maggiormente le competenze sviluppate all’interno del servizio sanitario – e che renda il sistema di progressione maggiormente inclusivo, anche sulla base di una predefinita scansione temporale nonché la possibilità di introdurre un numero massimo di passaggi nell’arco della vita lavorativa.

E ancora, andranno riconsiderate, nell’ambito delle risorse disponibili, le singole indennità attualmente previste, razionalizzando e ricollocando le singole voci di spesa all’interno di un quadro sistemico che – facendo riferimento all’intensità di cure, alla professione e al modello organizzativo – comporti elementi di sensibile semplificazione finalizzata a una applicazione certa, univoca e con minori elementi interpretativi possibili.

Altresì, il nuovo contratto dovrà assicurare l’allineamento retributivo, rispetto al restante personale, dei valori stipendiali del personale di cui all’apposita sezione contrattuale (“Ruolo della ricerca sanitaria e delle attività di supporto alla ricerca sanitaria”) mantenendo l’attuale assetto professionale e di finanziamento, in coerenza con le vigenti disposizioni normative, si legge ancora.

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