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Cgil, Cisl e Uil alla Regione: tanti problemi aperti

di Redazione Roma

Pubblico Impiego

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I sindacati criticano l’amministrazione per il forte ritardo su nuove assunzioni già programmate. Mancano 7mila unità di personale ed oltre 3.500 precari ancora da stabilizzare. A rischio liste d’attesa, prestazioni specialistiche e servizi. Chiesto un chiarimento immediato per superare l’empasse e risolvere le criticità. Al contrario, verranno messe in campo tutte le iniziative, incluso lo stato di agitazione dell’intero personale del Servizio sanitario regionale.

Carenza personale e precariato, appello Cgil Cisl Uil a Regione Lazio

Dalla carenza di personale sanitario ai lavoratori precari ancora nel limbo fino alle risorse destinate alla produttività tuttora da definire. Un quadro a tinte fosche che pone a rischio tanto il recupero delle liste d’attesa e delle prestazioni specialistiche quanto il funzionamento dei servizi alla salute.

Così Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio – già impegnati sul fronte della giusta retribuzione e dei giusti diritti per i lavoratori delle Rsa – si rivolgono alla Regione amministrata da Nicola Zingaretti chiedendo l’apertura, quanto prima, di un confronto.

Lamentando, di fatto, una situazione che sta precipitando e chiedendo interventi immediati per scongiurare il collasso del Servizio sanitario regionale. Ci aspettiamo una convocazione nelle prossime ore per risolvere le troppe questioni sospese che abbiamo già sottoposto anche a tutte le direzioni generali della aziende sanitarie del Lazio, spiegano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini, aggiungendo: Se non si procederà su questi temi a un immediato e serrato confronto è chiaro che verranno messe in campo tutte le iniziative, compreso lo stato di agitazione di tutto il personale del servizio sanitario regionale, per tutelare lavoratori e cittadini.

In particolare, le organizzazioni sindacali lamentano la mancanza di stabilità al turnover del personale di assistenza, con le uscite per pensionamento che non trovano riscontro nelle nuove assunzioni. Mancano almeno 7mila unità, precisano i segretari di categoria. E ancora: Per il solo 2021 sono oltre 3mila le cessazioni dal servizio, mentre nel primo semestre 2022 se ne sono aggiunte già altre 1.600. E le criticità stanno esplodendo, tanto più di fronte alla nuova crescita dei contagi Covid. La condizione del personale è ben oltre il limite della sostenibilità e si parla anche di rimaneggiamento delle ferie e di turni di 12 ore per garantire cure e assistenza.

Cgil Cisl e Uil denunciano poi ritardi e inadempienze rispetto alla stabilizzazione degli oltre 3.500 precari del Servizio sanitario regionale: Dopo gli accordi sottoscritti con la Regione Lazio a partire dal 30 ottobre 2021, poi a febbraio ed infine ad aprile 2022, a fronte dei nostri continui solleciti nelle aziende e in regione per dar seguito alle intese, l’unico risultato tangibile è la proroga degli incarichi al 31 dicembre prossimo. Mentre in nessuna azienda della regione sono stati ancora banditi gli avvisi di stabilizzazione del personale concordati, a livello nazionale, con il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Non ultimo, il problema delle risorse aggiuntive regionali (Rar) destinate alla produttività: In altre regioni si è provveduto con grande tempestività a dare riconoscimento e valore al lavoro in sanità. Regione Lazio non può glissare ancora su un istituto concreto, che remunera lo sforzo lavorativo dimostrato, sul quale il personale deve poter contare, chiosano Cenciarelli, Chierchia e Bernardini.

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