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Gli infermieri sono la categoria più esposta al rischio di infortunio biologico in ambito ospedaliero e tagli e puntura accidentale costituiscono in Italia circa il 75% dei cosiddetti “incidenti occupazionali a rischio biologico”. Cosa fare, qual è e come si articola la procedura da attivare in caso di infortunio biologico.
Cosa fare in caso di puntura accidentale: procedura post esposizione
Un contenitore per taglienti eccessivamente pieno aumenta il rischio di puntura accidentale
Il dipendente che si infortuna accidentalmente, deve seguire un percorso che potrebbe essere così articolato:
Informare il proprio diretto responsabile (coordinatore, medico, ecc.)
Compilare e firmare la scheda rilevazione dati per infortunio a rischio biologico presente nella struttura
Valutare la sorgente di infezione con informazioni già disponibili (es. cartella clinica, anamnesi del paziente, ecc.) o testare il paziente fonte per HBsAg, anti HCV e anti HIV. Se possibile, il paziente deve essere informato circa l'avvenuto incidente e deve essergli richiesto il consenso all'esecuzione del test (ai sensi della Legge n° 135 del 05/06/199 0 art.5.). I risultati del test dovranno essere disponibili nel minor tempo possibile all'operatore esposto; nel caso di contatto con sangue di soggetti sicuramente HIV positivi, contattare direttamente e immediatamente l’Unità Operativa di Malattie Infettive
Recarsi in Pronto soccorso: al Triage il dipendente sarà registrato e indirizzato all’ambulatorio di competenza per gli accertamenti e le cure del caso; il medico provvederà al rilascio del certificato di accettazione e del certificato INAIL e ad indirizzare il dipendente all’Ambulatorio di Medicina Preventiva della Direzione Medica di Presidio, per l’inizio del protocollo di sorveglianza
Il personale sanitario dell’Ambulatorio di Medicina Preventiva avrà il compito di raccogliere e registrare tutte le informazioni sulle modalità dell’infortunio e di procedere all’applicazione del protocollo sanitario
L'Unità Operativa di Malattie infettive è generalmente individuata come struttura erogante la Profilassi Post Esposizione (PPE) anti-HIV: i provvedimenti profilattici, se ritenuti necessari, saranno forniti al più presto possibile, preferibilmente entro le 4 ore dall'evento, comunque entro le 24 e non oltre le 72 ore
Il dipendente dovrà consegnare tutta la documentazione relativa alla dichiarazione di contatto accidentale con materiale biologico, all’Ufficio Infortuni.
Fonte nota con positività e/o HCV e/o HIV
Anti HIV
Anti HCV
Anti HBsAg
HBsAg
Prelievo base
X
X
X
45 giorni
X
X
3 mesi
X
X
6 mesi
X
X
1 anno
X
X
In caso di positività per HIV l’operatore infortunato dovrà immediatamente recarsi nell’U.O di malattie infettive per valutare l’indicazione ad effettuare o meno una terapia post-esposizione.
Fonte nota con positività per HBV
Anti HIV
Anti HCV
Anti HBsAg
HBsAg
Prelievo base
X
X
X
45 giorni
3 mesi
6 mesi
X
X
1 anno
X
X
Fonte nota con negatività per HIV, HCV e HBV
Anti HIV
Anti HCV
Anti HBsAg
HBsAg
Prelievo base
X
X
X
45 giorni
3 mesi
6 mesi
X
X
1 anno
X
X
Fonte ignota per HIV, HCV e HBV
Anrti HIV
Anti HCV
Anti HBsAg
HBsAg
Prelievo base
X
X
X
X
45 giorni
X
X
3 mesi
X
X
6 mesi
X
X
1 anno
X
X
Se il paziente fonte ha uno stato sierologico per HIV non noto o riferisce di essere sieronegativo, la profilassi post esposizione (PPE) deve essere considerata.
Nel caso il paziente non acconsentisse a sottoporsi al test, è opportuno considerarlo come se fosse infetto.
In caso di paziente fonte negativo la PPE è sconsigliata.
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