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Tricotomia prima di un intervento chirurgico: Come e perché

di Ivan Loddo

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La tricotomia, ovvero la rimozione di peli e/o capelli dal sito di incisione chirurgica, è considerata dalla comunità scientifica come una procedura non necessaria al fine di limitare i processi infettivi, ma di estrema utilità in termini prettamente tecnici (per l’incisione chirurgica e la medicazione post-intervento).

Tricotomia nella preparazione pre-operatoria del paziente chirurgico

La preparazione della cute del paziente è uno degli elementi fulcro nel controllo delle infezioni del sito chirurgico.

Le misure preventive proposte in letteratura possono essere suddivise in:

  • misure atte a ridurre l'inoculo batterico nel sito operatorio;
  • misure mirate ad incrementare le capacità dell'ospite nel contrastare efficacemente l'azione dei batteri che colonizzano la ferita.

Numerosi Evidences Report confermano come una igiene approfondita con detergenti antisettici (es. Clorexidina) della zona da sottoporre a incisione sia compatibile con una riduzione della colonizzazione batterica cutanea, che rappresenta un noto fattore di rischio per le infezioni del sito chirurgico.

La tricotomia, definita come la procedura di rimozione di peli o capelli nella zona cutanea da sottoporre a intervento chirurgico allo scopo di ridurre l'interferenza con le procedure chirurgiche, è stata per anni considerata erroneamente come una pratica da utilizzare in chiave preventiva per la minimizzazione dei processi infettivi post-operatori.

Sino ai primi anni 2000 era una prassi comune in tutto il territorio nazionale, tant'è vero che tale pratica era eseguita dai team infermieristici in maniera piuttosto “abbondante” attraverso strumenti oggi obsoleti, con pazienti che, frequentemente, si ritrovavano depilati gambe, genitali e torace in previsione di un'incisione a livello inguinale per un intervento di ernia, senza che nessuno studio ne avesse mai confermato l'efficacia.

Oggi la tricotomia, in seguito a ricerche scientifiche volte allo studio delle infezioni in chirurgia, è all'unanimità considerata dalla comunità scientifica come una procedura non necessaria al fine di limitare i processi infettivi, la cui unica utilità è riservata all'équipe chirurgica per via delle interazioni negative (esclusivamente a livello tecnico) che la presenza di peluria a livello del sito di incisione o sutura potrebbe determinare.

È altresì vero che la tricotomia risulta essere indispensabile in caso di interventi in zone del corpo umano in cui la presenza di peli rende impraticabile la procedura chirurgica, è il caso, per fare un esempio, delle operazioni di neurochirurgia a livello del capo.

Un sito chirurgico glabro può favorire l'applicazione di medicazioni adesive e potrebbe ridurre potenziali infezioni per via del fatto che i peli possono essere sorgente di batteri, ma una rasatura, soprattutto se eseguita con strumenti inadatti, può causare delle lesioni cutanee capaci di innescare infezioni primarie pericolose.

Uno degli studi più completi su appropriatezza ed efficacia della tricotomia è stato effettuato dal Joanna Briggs Institute di Adelaide nel 2006.

Lo studio dell'istituto australiano ha evidenziato come i tempi di esecuzione rivestano un ruolo rilevante; infatti, una tricotomia eseguita il giorno stesso in prossimità dell'intervento è nettamente preferibile ad una eseguita nei giorni precedenti.

È perciò intuitivo che una preparazione pre-operatoria inclusiva di un trattamento della cute secondo le raccomandazioni medico-scientifiche illustrate sia associata ad una riduzione dei fenomeni infettivi e delle complicanze correlate.

Il Ministero della Salute ha introdotto queste operazioni nelle “Raccomandazioni per la sicurezza in sala operatoria” divulgate nel 2009, dimostrando grande attenzione nella gestione degli eventi avversi in sala operatoria e consapevolezza del problema infezioni che, come già accennato, è tra le cause di una spesa sanitaria nazionale esorbitante.

Il paziente chirurgico

Il paziente chirurgico rappresenta per la letteratura medico-scientifica una tipologia di utenza ospedaliera tra le più fragili e considerevoli.

I volumi di attività chirurgica rappresentano il 40,6 % dei ricoveri per acuti e ogni anno, in Italia, circa 5 milioni di pazienti vengono dimessi dalle strutture ospedaliere in seguito a interventi o procedure chirurgiche.

Le ricerche volte allo studio del modello chirurgico e degli aspetti ad esso legati, mettono il paziente al centro del progetto scientifico e sono orientate alla sua tutela, soprattutto in ottica preventiva, con grande attenzione alla prevenzione delle infezioni nosocomiali e più in generale ad una pratica medico-infermieristica che migliori o mantenga la salute psico-fisica dei pazienti oggetto di studio.

Nel percorso clinico-chirurgico dei pazienti che si apprestano a subire un intervento, il periodo pre-operatorio si mostra come uno degli step più importanti, sia per il paziente stesso che per i professionisti sanitari che lo prendono in carico.

La preparazione all'intervento si concentra su punti cruciali quali la prevenzione dalle infezioni del sito chirurgico, la preparazione intestinale e sul contenimento/riduzione degli stati d'ansia del paziente.

La ricerca scientifica nell'ultimo decennio ha focalizzato la sua attenzione su aspetti che in passato sembravano scontati e che la pratica sanitaria quotidiana aveva fagocitato talmente bene da renderli quasi indiscutibili.

Parliamo delle procedure di preparazione della cute nel pre-operatorio, tra le quali rientra la tricotomia, ribaltando così le vecchie convinzioni e imponendo le procedure che oggigiorno sono parte integrante dei protocolli ministeriali, ma che una parte del mondo ospedaliero non ha ancora preso seriamente in considerazione.

Preparazione pre-operatoria del paziente: Procedura infermieristica

La preparazione pre-operatoria rappresenta un periodo fondamentale per l'evolversi in positivo del percorso clinico-chirurgico del paziente che andrà a subire un intervento di chirurgia.

L'assistenza infermieristica riveste un ruolo tecnico, collaborativo e di supervisione assolutamente determinante, andando ad agire su tutte le fasi di preparazione all'intervento:

  • informazione
  • valutazione medico-chirugica e infermieristica globale
  • preparazione psicologica
  • preparazione della cute (doccia pre-operatoria, tricotomia, disinfezione della cute, decontaminazione naso-faringea)
  • preparazione intestinale
  • profilassi antibiotica.

I momenti di preparazione all'intervento chirurgico prevedono la collaborazione di tutta l'équipe sanitaria (anestesisti, chirurghi, infermieri, psicologi, oss).

Sono step decisivi e mirano ad ottenere una compliance totale da parte del paziente e una preparazione psicologica che lo porti ad una consapevolezza completa del suo stato di salute e delle strategie che verranno adottate per migliorarlo, comprese quelle per la salvaguardia dalle infezioni, punto sul quale la spesa pubblica nazionale concentra una mole di risorse smisurata che si aggira intorno al miliardo di euro ogni anno.

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