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Emergenza-Urgenza

Triagista, le cinque caratteristiche di uno sconosciuto

di Mauro Salvato

Intraospedaliera

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Chi è quello sconosciuto con la divisa da infermiere che si incontra immediatamente appena si entra in un pronto soccorso? Ti fa delle domande per capire il perché hai varcato quelle porte ed entra subito nella tua vita chiedendoti i tuoi dati sensibili, la tua storia clinica e anche le cose più intime che spesso non si raccontano a tutti. In pochi minuti sa quasi tutto di te e ti ha fatto una fotografia della tua situazione clinica riuscendo a riconoscere la tua gravità.

Il triagista, questo sconosciuto

triage

Le cinque caratteristiche del triagista

Questa figura misteriosa, chiamata triagista, ha il compito di accogliere e capire la priorità di accesso ai trattamenti sanitari; il suo habitat naturale può essere un bancone, un gabbiotto aperto o chiuso con lastre di vetro e sempre con un computer a portata di mano. Un monitor multi-parametrico, di fianco, lo fa sentire più sicuro e una piccola stanza o un lettino riescono a migliorare la sua professionalità per prestazioni aggiuntive, che a volte risultano essere fondamentali. Dicono che sia formato e che sia professionale nel suo lavoro, ma ci sono caratteristiche uniche che altri infermieri forse non hanno. Ne abbiamo individuate cinque, quelle cha fanno la differenza, anche se ce ne sono tante altre:

Decisionista pragmatico: sviluppata capacità di prendere decisioni teorico-pratiche in pochissimo tempo. Si stima che per assegnare un codice colore e capire la gravità di un paziente riesce a decidere in pochi secondi con la valutazione sulla porta (nel caso di un codice rosso) o al massimo in 8-10 minuti nel caso di pazienti più stabili emodinamicamente. Vengono prese più decisioni in un turno di triage che in una giornata lavorativa di qualsiasi altro lavoro.

Professionista occhiuto: sviluppata capacità di guardarsi intorno e capire chi ha più bisogno degli altri. Il cosiddetto colpo d’occhio gli conferisce un potere che gli permette di capire il caso più urgente, anche se il paziente è l’ultimo della fila. Potrebbe essere paragonato a un rapace come il falco, che con la sua vista unica non si fa sfuggire proprio nulla. Ovviamente con la sua professionalità riesce ad andare oltre e cerca di approfondire la situazione clinica.

Comunicatore seriale: maturata capacità che consiste nell’instaurare una relazione comunicativa con tutte le tipologie di persone e i loro relativi comportamenti, anche con quelli più violenti e aggressivi. Sin da subito il paziente si sente a proprio agio e riesce a fidarsi, anche se non conosce chi ha di fronte.

Ascoltatore attento: capacità acquisita che consiste nell’accogliere, senza pregiudizi, tutti quelli che hanno bisogno di essere ascoltati o di quelli che vogliono esporre le proprie necessità; ascoltarli attentamente è d’obbligo per poter identificare i bisogni richiesti. I triagisti portano il loro contributo al dialogo, manifestando così di aver capito e di essere interessati ad approfondire la conversazione; mettono a proprio agio l’interlocutore, mantenendosi aperti a quello che dice senza essere critici nel mezzo del discorso.

Investigatore segreto: capacità che si sviluppa con il tempo, parente stretta della curiosità; in poco tempo riesce a fare le domande giuste, quelle che servono ad arrivare al nocciolo del problema, lasciando anche spazio al paziente di aprirsi per poter esporre le proprie problematiche. Il famoso agente 007 può farsi da parte quando un triagista indaga la storia clinica di un paziente.

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