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Il rilevatore di monossido di carbonio (o CO Detector) è uno strumento di protezione in grado di allertare l’operatore della presenza di monossido di carbonio (CO) - gas inodore e incolore - sulla scena del soccorso. Ogni sistema di soccorso dovrebbe essere dotato di tale strumento, in quanto il rischio di intossicazione è piuttosto elevato (solo in Italia ci sono 6000 ricoveri e 350 morti ogni anno) e le conseguenze di esposizione per il soccorritore possono essere serie (la terapia con ossigeno iperbarico resta quella di elezione, specialmente con dolore toracico in atto, alterazione dello stato di coscienza, carbossiemoglobina > 25%).
Rischi legati all'inalazione di monossido di carbonio
Tra le intossicazioni per inalazione, quella da monossido di carbonio (o ossido di carbonio CO) è quella più frequente e con più mortalità.
Il CO si sprigiona quando una combustione non è completa e, come è noto, è un gas inodore e incolore.
Il monossido di carbonio non va confuso con il biossido di carbonio (anidride carbonica CO2) che è il prodotto di scarto della respirazione cellulare e che non è velenoso se non in quantità tali da sostituirsi all’ossigeno.
Il CO si sprigiona negli incendi, nei gas di scarico delle automobili, nelle fornaci, nelle caldaie a cherosene e soprattutto nelle stufe o caminetti a legna o carbone (specialmente quando il tiraggio del camino non è del tutto garantito).
Il professionista del soccorso deve comprendere i rischi legati a questo gas e riconoscere gli scenari dove è possibile trovarlo; deve conoscere i segni e sintomi di una intossicazione e gestire il soccorso necessario.
La sicurezza sulla scena di un soccorso extraospedaliero è fondamentale e viene insegnata ad ogni livello, ma ci sono alcune situazioni dove il pericolo non è così evidente come un’auto in fiamme o la presenza di persone violente.
Il monossido di carbonio è una di quelle situazioni, poiché il gas non si percepisce. Ecco quindi l’importanza di considerare sempre le dinamiche ambientali del luogo in cui si opera: la casa in campagna con il camino rappresenta di per sé un potenziale rischio, se vi sono due o più persone sintomatiche all’interno il sospetto diventa ancora più forte.
Spesso però l’adrenalina dell’operatore, il focus sull’assistito, il tempo ristretto, ecc. portano la mente a censurare le sfumature meno evidenti della scena e quindi a sottovalutare un rischio come il CO.
La tecnologia anche in questo caso viene in aiuto al mondo del soccorso fornendo uno strumento per la protezione individuale: il rilevatore di monossido di carbonio (o CO Detector).
Come funziona il rilevatore di monossido di carbonio
Il rilevatore di monossido di carbonio ha un sensore che a contatto con la molecola di CO si attiva ed emette un allarme acustico (associato a volte ad uno luminoso) che allerta la squadra della presenza del gas.
Il display di solito mostra la durata residua in mesi della batteria oppure la concentrazione di CO misurata.
Essendo automatico elimina la possibilità di errore per spegnimento accidentale e segnala acusticamente il pericolo con una latenza di pochissimi secondi.
Solo nel caso in cui si riesca a fare in modo davvero rapido e senza allungare i tempi di fuga, allora è bene aprire le finestre del locale per arearlo e abbassare la concentrazione di CO. Si potrebbe considerare, in caso soprattutto di persone incoscienti, di rompere il vetro dall’esterno per consentire l’areazione e poter entrare quando il sensore smette di suonare (stato di necessità).
Potrebbe capitare che il rilevatore suoni anche per odori molto forti (come ad esempio il disinfettante per le mani utilizzato dentro il vano sanitario dell’ambulanza). È buona norma comunque fermarsi un momento per areare il mezzo e verificare che non scatti un allarme successivo, cosa che potrebbe indicare una penetrazione di gas di scarico nel vano sanitario a causa di un guasto.
Generalmente non va mai sottovalutato il suono del dispositivo, ci possono essere esposizioni al CO anche inaspettate o in luoghi “non sospetti”.
Dove trovare il rilevatore di monossido di carbonio
Ogni sistema di soccorso dovrebbe essere dotato di tale strumento, in quanto il rischio di intossicazione è piuttosto elevato (solo in Italia ci sono 6000 ricoveri e 350 morti ogni anno) e le conseguenze di esposizione per il soccorritore possono essere serie (la terapia con ossigeno iperbarico resta quella di elezione, specialmente con dolore toracico in atto, alterazione dello stato di coscienza, carbossiemoglobina > 25%).
Nei casi in cui sia impossibile dotare ogni mezzo di emergenza del CO Detector è opportuno prendere in considerazione la dotazione selettiva ai mezzi di soccorso montani o rurali (presenza di stufe) o industriali.
Esiste anche un altro device che misura la carbossiemoglobina (concentrazione di CO ematica, o meglio di CO legata alla emoglobina) che consiste in un sensore simile a quello per la saturimetria, ma che è in grado di leggere anche il CO oltre che la SpO2. Potrebbe essere utile in zone dove la frequenza di chiamate per CO è maggiore e per indirizzare il paziente verso un centro iperbarico o verso un PS.
Si segnala infine che, se nel corso della propria carriera ci si imbattesse anche una sola volta nel suono di allarme del rilevatore, sarebbe già vantaggioso il costo/beneficio del dispositivo in quanto sarebbero risparmiati danni o morte ai soccorritori intervenuti ben più costosi del prezzo del detector.
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