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Emergenza-Urgenza

Gestione vie aeree: focus sull'ipotensione postintubazione

di Giacomo Sebastiano Canova

Extraospedaliera

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L'ipotensione arteriosa è una complicanza riconosciuta dell'intubazione di emergenza, ma la conseguenza di questo evento è scarsamente descritta. Per questo motivo alcuni ricercatori hanno pubblicato uno studio volto a identificare l'incidenza di ipotensione postintubazione dopo un’intubazione di emergenza e di determinare la sua associazione con la mortalità in ospedale.

Frequenza e significato dell'ipotensione postintubazione in emergenza

Simulazione intubazione endotracheale in emergenza

La gestione delle vie aeree in emergenza è un tassello fondamentale per l’assistenza dei pazienti critici.

La somministrazione di un ipnotico ad azione rapida e di un bloccante neuromuscolare (intubazione a sequenza rapida) è ampiamente considerata la tecnica standard per facilitare l'intubazione endotracheale in emergenza.

Le complicanze immediate più comunemente riconosciute durante questa manovra sono difficoltà tecniche, tra le quali:

  • il fallimento procedurale
  • l'intubazione esofagea
  • l'aspirazione polmonare
  • l'ipossiemia

L'ipotensione arteriosa è generalmente considerata un segno tardivo di insufficienza cardiovascolare, la quale si verifica una volta che i meccanismi compensatori atti a mantenere la pressione sanguigna vengono sopraffatti o esauriti.

È risaputo come l'ipotensione transitoria e persistente si associ a mortalità e disfunzione d'organo durante la malattia acuta e, di conseguenza, l'ipotensione preintubazione si correla a gravi complicanze e morte dopo il controllo delle vie aeree di emergenza.

Allo stato attuale sono presenti in letteratura dati contrastanti rispetto alla frequenza del deterioramento emodinamico dopo un’intubazione di emergenza, con alcuni autori che suggeriscono come si tratti di una complicanza rara, mentre riferiscono che la stessa è invece relativamente comune.

Tuttavia, nessuno studio ha riportato la direzione e l'entità dell'effetto dell'ipotensione postintubazione sulla mortalità. Sebbene l'ipotensione arteriosa inneschi tipicamente sforzi di rianimazione aggressivi, l'ipotensione è stata descritta come una risposta fisiologica all'intubazione a causa di molteplici meccanismi, tra cui la simpatolisi associata all'induzione e gli effetti della ventilazione a pressione positiva.

Alla luce di ciò alcuni ricercatori hanno condotto uno studio volto a quantificare le conseguenze emodinamiche dell'intubazione di emergenza studiando l'incidenza e il rischio associato all’ipotensione postintubazione di emergenza.

Risultati dello studio

I ricercatori hanno identificato 542 pazienti sottoposti a intubazione endotracheale d’emergenza e hanno incluso nello studio un totale di 336 pazienti. Successivamente, due revisori indipendenti hanno avuto un eccellente accordo per la determinazione della variabile di ipotensione postintubazione presente o assente (κ = 0,85; 95% CI, 0,61-1,0).

Da un punto di vista farmacologico, la maggior parte dei pazienti ha ricevuto etomidato e succinilcolina come agenti per l’intubazione a sequenza rapida. L'ipotensione postintubazione è stata osservata in 79 pazienti (23%, IC 95% 19-28) e il tempo mediano di presentazione è stato di 11 minuti (intervallo interquartile, 2-27 minuti).

Dei 336 pazienti, 15 hanno ricevuto supporto di catecolamine per trattare l’ipotensione. I pazienti con ipotensione postintubazione erano leggermente più anziani, avevano maggiori comorbilità e avevano maggiori probabilità di essere in terapia cronica con betabloccanti.

Questi pazienti avevano anche una pressione arteriosa sistolica media inferiore immediatamente prima dell'intubazione ed erano più propensi a richiedere l'intubazione per insufficienza respiratoria acuta e a ricevere un blocco neuromuscolare come parte del regime di intubazione a sequenza rapida.

Dei 336 pazienti analizzati, 79 sono deceduti in ospedale per un tasso di mortalità complessivo del 24% (95% CI, 20%-29%). I pazienti nel gruppo che presentava ipotensione postintubazione avevano una mortalità in ospedale significativamente più alta (33% vs 21%; IC 95% 1-24) e l’intubazione postintubazione era associato a un aumento del 90% delle probabilità di morte in ospedale (OR 1.9, IC 95% CI 1.1-3.2) rispetto ai pazienti senza ipotensione postintubazione. Tra i sopravvissuti, l’ipotensione postintubazione è stata associata a un aumento significativo della durata media di degenza in terapia intensiva e ospedaliera.

Nella successiva analisi di regressione, sono state inserite sette variabili demografiche e predittive associate alla mortalità in ospedale:

  1. ipotensione postintubazione
  2. età
  3. razza
  4. sesso
  5. disfunzione ventricolare sinistra
  6. ipertensione
  7. broncopneumopatia cronica ostruttiva

L'analisi di regressione logistica multivariata ha confermato come l’ipotensione postintubazione fosse un predittore indipendente di mortalità in ospedale (OR 1.9; IC 95% 1.1-3.5).

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