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Emergenza-Urgenza

Ventilatori polmonari portatili o da trasporto

di Tiziano Garbin

Extraospedaliera

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È fondamentale che ambulanze e veicoli di soccorso siano dotati di sistemi per la ventilazione meccanica automatica, al fine di garantire migliori esiti e rispondere alle esigenze di criticità vitale dei pazienti. La tecnologia ha fatto diversi passi avanti negli ultimi anni permettendo di avere a disposizione, tra le altre cose, anche ventilatori polmonari maneggevoli e trasportabili sul luogo dell’evento, come il ventilatore polmonare a volume controllato e il ventilatore con modalità assistita e ventilazione a pressione.

Caratteristiche dei ventilatori polmonari portatili in emergenza

Nel contesto extraospedaliero è fondamentale poter disporre di attrezzature di emergenza di standard ospedaliero però con la caratteristica di essere portatili. La tecnologia ha fatto diversi passi avanti negli ultimi anni permettendo di avere a disposizione, tra le altre cose, anche ventilatori polmonari maneggevoli e trasportabili sul luogo dell’evento.

La prima distinzione da fare riguarda l’autonomia dei ventilatori da trasporto: ne esistono sia con bombola portatile annessa che senza bombola portatile e, quindi, vincolati alla fonte di ossigeno dell’ambulanza.

Nel primo caso l’unità di ventilazione dispone di una certa autonomia data dalla bombola portatile collegata. Di norma questo permette di trasportare il macchinario nei pressi del paziente in strada, domicilio o in spazi angusti ed è la soluzione ideale per le ambulanze di emergenza.

Nel secondo caso il ventilatore è fisso in ambulanza e si alimenta con le bombole più capienti del veicolo, garantendo più autonomia e quindi si adatta maggiormente ai trasporti secondari di pazienti intubati. Anche i ventilatori portatili si possono collegare nella maggior parte dei casi alla fonte di ossigeno dell’ambulanza offrendo i vantaggi di entrambe le tipologie.

Impiego del ventilatore polmonare in emergenza

Florence Nightingale

Prima di procedere è necessario comprendere come mai è importante utilizzare il ventilatore polmonare in urgenza.

Diversi studi dimostrano che durante un soccorso di un paziente che deve essere ventilato meccanicamente (soprattutto tramite tubo endotracheale o maschera laringea) c’è la tendenza a iperventilare con conseguente ipocapnia, che causa vasocostrizione a livello cerebrale riducendone la perfusione e alterando gli equilibri acido base (anche l’iper-ossigenazione causa vasocostrizione cerebrale e coronarica peggiorando eventuali esiti in pazienti con IMA o con insulti cerebrali).

Emerge dunque la necessità di ventilare regolarmente e meccanicamente i pazienti per evitare complicanze, impostando i valori corretti di volume/minuto (o di pressione) adatti al tipo di paziente, togliendo la discrezionalità che porta agli errori della ventilazione manuale.

Oltre all’aspetto fisiopatologico bisogna tenere anche conto del vantaggio di liberare un operatore dall’onere della ventilazione, avendo a disposizione due mani in più per assicurare il tubo tracheale oppure per svolgere altre manovre.

In assenza di emogasanalisi i parametri standard da impostare mirano a mantenere un valore di EtCO2 (anidride carbonica di fine espirazione) di circa 35 mmHg (eucapnia).

Ventilatore polmonare a volume controllato

Ventilatore da traporto semplice a volume controllato

Questo tipo di impostazioni vengono offerte dal tipo più semplice di ventilatore polmonare da trasporto, il ventilatore a volume controllato, che eroga un’unica modalità, ovvero la IPPV (intermittent positive pressure ventilation).

Questo apparecchio di solito dispone di una sezione per l’inalazione dell’ossigeno (il normale ugello che distribuisce i litri al minuto desiderati di O2 attraverso la regolazione di un flussimetro) e di un pannello di comandi per impostare la ventilazione meccanica.

Questi comandi sono il volume/minuto, la frequenza e la FiO2 (100% no air mix, oppure 50% air mix).

Nei modelli più evoluti esiste la possibilità di erogare la CPAP non invasiva con un modulo dedicato.

Ventilatore con modalità assistita e ventilazione a pressione

Ventilatore da trasporto completo, con modalità assistita e con ventilazione a pressione

Un altro tipo di ventilatore portatile è quello che permette di erogare, oltre alla IPPV, anche le modalità di ventilazione assistita e a pressione.

In questo caso il paziente può anche respirare parzialmente o totalmente da solo e la macchina lo assiste raggiungendo il volume o la pressione desiderate.

Nel caso si volesse utilizzare la modalità IPPV (a volume controllato intermittente), le impostazioni da settare rimangono le stesse, mentre cambiano se si volesse impostare una ventilazione a pressione.

In questo caso si regolano i valori di pressione che la macchina deve erogare nei polmoni del paziente ad ogni atto respiratorio, indipendentemente dal volume necessario per raggiungerlo.

Si parte con una pressione di supporto di circa 8-10 cm/H2O e una PEEP di 5 cm H2O e si incrementano i valori fino ad avere un volume/minuto accettabile per il peso del paziente.

Questo tipo di ventilatore può erogare anche una ventilazione CPAP o Bi-Level (BiPap) non invasiva, in caso di pazienti che possono beneficiare di questo tipo di ventilazione senza il ricorso all’intubazione tracheale (edema polmonare cardiogeno o BPCO riacutizzata, ecc).

L’autonomia è riportata sullo schermo del dispositivo e dipende dal FiO2 impostata e dalla carica della batteria.

Ventilazione Meccanica
A pressione positiva A pressione negativa
Si immette aria all'interno delle vie aeree con una
pressione positiva che riduce il lavoro meccanico respiratorio
Strumento esterno che crea la pressione
intorno alla gabbia toracica (polmone d'acciaio)
Modalità pressometrica Modalità volumetrica
Si imposta il ventilatore in modo che eroghi sempre le stesse pressioni positive scelte dall'operatore,
a prescindere dal volume corrente che sarà sviluppato dal paziente.
Rischio: volume corrente non costante
Si imposta il ventilatore in modo che il paziente mantenga un volume corrente costante stabilito,
a prescindere dalle pressioni necessarie per ottenerlo.
Rischio: barotrauma e minore tolleranza

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