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La videolaringoscopia è uno strumento promettente per assicurare le vie aeree durante la rianimazione cardiopolmonare e per garantire una riossigenazione precoce. Alla luce di ciò, alcuni ricercatori hanno studiato l'esito dei pazienti con arresto cardiaco extraospedaliero non traumatico trattati con videolaringoscopia rispetto alla laringoscopia diretta per la gestione delle vie aeree, evidenziando dei dati estremamente favorevoli.
Confronto tra videolaringoscopia e laringoscopia diretta
L'appropriata gestione delle vie aeree è una delle procedure più importanti durante il supporto vitale avanzato ed è essenziale per un'adeguata ventilazione dei pazienti.
Una ventilazione adeguata, una migliore ossigenazione e l’evitare l'aspirazione sono fattori importanti per il ritorno della circolazione spontanea e per un buon esito neurologico di un paziente sottoposto a rianimazione cardiopolmonare, in quanto la riduzione dell’ipossia ridotta durante le manovre rianimatorie si associa a una migliore sopravvivenza.
In particolare, è stato dimostrato come la videolaringoscopia migliori il successo al primo tentativo di intubazione endotracheale durante la rianimazione quando operata sia da medici alle prime armi che da paramedici specializzati. Alla luce di ciò, alcuni ricercatori hanno pubblicato recentemente sulla rivista Resuscitation uno studio volto a confrontare la videolaringoscopia con la laringoscopia diretta in termini di esito clinico della rianimazione sulla base di un'analisi dei dati derivanti dal registro tedesco degli arresti cardiaci.
Questi dati, dunque, dimostrano costantemente un'associazione significativa tra la videolaringoscopia e sopravvivenza neurologicamente buona (CPC1/2) in un'ampia coorte di rianimazioni preospedaliere.
Inoltre, il tasso di dimissione ospedaliera o di sopravvivenza a 30 giorni era significativamente più alto nei pazienti intubati tramite videolaringoscopia, mentre il tasso di ROSC primario non differiva significativamente tra i due gruppi. Il presupposto sottostante a questa associazione è che essa sia dovuta a un'ossigenazione sufficientemente precoce in grado di ridurre il tasso di danno neurologico.
Un altro dato evidenziato da questo studio è che i pazienti nel gruppo videolaringoscopia avevano un tasso significativamente più alto di complicanze della gestione delle vie aeree difficili (18,5% dei casi contro 9,3%; p <0,001), che può riflettere l'uso della videolaringoscopia come opzione di salvataggio nella gestione delle vie aeree difficili e dopo tentativi falliti di laringoscopia diretta.
Questo studio ha mostrato quindi un'associazione positiva tra la videolaringoscopia e un esito neurologico più favorevole dopo un arresto cardiaco extraospedaliero di origine non traumatica. Alla luce di ciò, l'uso di questa metodica dovrebbe essere la scelta di prima linea e il personale dei servizi di emergenza preospedaliera dovrebbe essere addestrato e incoraggiato alla sua adozione.
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